MANIFESTAZIONE A CASTROVILLARI
Studenti sul piede di guerra in difesa del diritto allo studio
La Provincia ed il Comune chiamano, l’USP non risponde
Studenti sul piede di guerra in difesa del diritto allo studio
La Provincia ed il Comune chiamano, l’USP non risponde
“Il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Nicola Penta, pare sia diventato irreperibile ma anche sordo ai numerosi appelli che l’Ente Provincia in testa (con i consiglieri Diana e Vico ma anche il Presidente della Provincia, l’on. Mario Oliverio, parie sia stato investito del problema n.d.r.) e le istituzioni locali (il Sindaco di Castrovillari, Franco Blaiotta, il Vicesindaco, Anna De Gaio, il Commissario straordinario del Distretto Scolastico n. 19, Gianni Donato), stanno ormai lanciando da più di due settimane per richiedere un incontro chiarificatore sulla vicenda, che comincia a sfiorare il grottesco, dei 12 alunni frequentanti la classe quarta dell’Istituto Professionale per i Servizi Turistici e Commerciali, sede coordinata dell’IPSIA “Leonardo da Vinci” della città del Pollino”. E’ molto deciso il consigliere provinciale del PRC Biagio Diana, quando tuona così contro l’insensibilità istituzionale dell’USP di Cosenza, preannunciando una forte mobilitazione per oggi, mercoledì 30 settembre, a Castrovillari.
A questi studenti, dopo 20 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, e per responsabilità non certo a loro ascrivibili, viene ancora negato il diritto allo studio da una riforma targata Gelmini che continua a suscitare tensioni e polemiche. “La protesta da parte di famiglie ed alunni, praticamente espulsi dal sistema scolastico, prende legittimamente mossa dalla violazione di un principio di eguaglianza e di pari opportunità formativa tra gli studenti iscritti nei vari istituti – afferma l’assessore alla Pubblica Istruzione Anna De Gaio - discriminando, paradossalmente, proprio quei ragazzi che, guardando all’utenza dei professionali, appartengono alle fasce più deboli della popolazione scolastica”.
“Una previsione normativa – afferma il consigliere provinciale Piero Vico (PD) - così irrazionale che calpesta il diritto, costituzionalmente garantito, allo studio, nel rispetto delle inclinazioni e le propensioni dei ragazzi”.
Ecco perché, dopo le mamme di Cassano che sfidando anche la pioggia di questi ultimi giorni, sono salite sui tetti della scuola media “Biagio Lanza” per difendere il diritto all’istruzione dei propri figli la cui classe era stata soppressa, tocca ora agli studenti castrovillaresi “manifestare per fare emergere la scuola reale, quella vissuta tutti i giorni dai nostri ragazzi e non quella che presenta il Ministro Gelmini ogni volta che appare in TV. Quella dove mancano le classi, i segretari, il personale ausiliario, i registri, i banchi, dove i genitori si autotassano per comprare i gessi, la carta igienica, il toner” denuncia il Consigliere provinciale Biagio Diana.
Il tutto ha preso il via dalla mancata concessione della classe quarta, ad opera dell’USP di Cosenza, sulla base delle restrizioni volute dalla Riforma Gelmini che ha imposto un numero minimo di alunni nelle classi iniziali. Ma iniziali, vengono considerate solo le classi quarte degli istituti professionali, posto che al terzo anno di corso, i ragazzi arrivano ad un primo step del loro percorso formativo acquisendo il Diploma di Qualifica. Per cui, teoricamente potrebbero anche decidere di fermarsi, ma in questa maniera….. addio all’Università e, per molti versi, al mercato del lavoro.
In una Ragioneria, o in un Liceo, insomma, il problema non si sarebbe posto, perché si sarebbe dato l’opportunità a tutti i ragazzi di continuare il loro percorso formativo fino al quinto anno, senza preclusioni sul numero minimo degli alunni (gli altri istituti di Castrovillari sono pieni di classi quarte formate con lo stesso numero di studenti).
Quello che le famiglie degli studenti senza scuola contestano è, quindi, la disparità di trattamento riservato ai propri figli i quali, tre anni fa, quando il “gioco” prevedeva regole diverse, scelsero questo tipo di percorso formativo, non potendo nemmeno lontanamente prevedere gli effetti di una riforma lanciata da un Ministro di là da venire.
A questi studenti, dopo 20 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, e per responsabilità non certo a loro ascrivibili, viene ancora negato il diritto allo studio da una riforma targata Gelmini che continua a suscitare tensioni e polemiche. “La protesta da parte di famiglie ed alunni, praticamente espulsi dal sistema scolastico, prende legittimamente mossa dalla violazione di un principio di eguaglianza e di pari opportunità formativa tra gli studenti iscritti nei vari istituti – afferma l’assessore alla Pubblica Istruzione Anna De Gaio - discriminando, paradossalmente, proprio quei ragazzi che, guardando all’utenza dei professionali, appartengono alle fasce più deboli della popolazione scolastica”.
“Una previsione normativa – afferma il consigliere provinciale Piero Vico (PD) - così irrazionale che calpesta il diritto, costituzionalmente garantito, allo studio, nel rispetto delle inclinazioni e le propensioni dei ragazzi”.
Ecco perché, dopo le mamme di Cassano che sfidando anche la pioggia di questi ultimi giorni, sono salite sui tetti della scuola media “Biagio Lanza” per difendere il diritto all’istruzione dei propri figli la cui classe era stata soppressa, tocca ora agli studenti castrovillaresi “manifestare per fare emergere la scuola reale, quella vissuta tutti i giorni dai nostri ragazzi e non quella che presenta il Ministro Gelmini ogni volta che appare in TV. Quella dove mancano le classi, i segretari, il personale ausiliario, i registri, i banchi, dove i genitori si autotassano per comprare i gessi, la carta igienica, il toner” denuncia il Consigliere provinciale Biagio Diana.
Il tutto ha preso il via dalla mancata concessione della classe quarta, ad opera dell’USP di Cosenza, sulla base delle restrizioni volute dalla Riforma Gelmini che ha imposto un numero minimo di alunni nelle classi iniziali. Ma iniziali, vengono considerate solo le classi quarte degli istituti professionali, posto che al terzo anno di corso, i ragazzi arrivano ad un primo step del loro percorso formativo acquisendo il Diploma di Qualifica. Per cui, teoricamente potrebbero anche decidere di fermarsi, ma in questa maniera….. addio all’Università e, per molti versi, al mercato del lavoro.
In una Ragioneria, o in un Liceo, insomma, il problema non si sarebbe posto, perché si sarebbe dato l’opportunità a tutti i ragazzi di continuare il loro percorso formativo fino al quinto anno, senza preclusioni sul numero minimo degli alunni (gli altri istituti di Castrovillari sono pieni di classi quarte formate con lo stesso numero di studenti).
Quello che le famiglie degli studenti senza scuola contestano è, quindi, la disparità di trattamento riservato ai propri figli i quali, tre anni fa, quando il “gioco” prevedeva regole diverse, scelsero questo tipo di percorso formativo, non potendo nemmeno lontanamente prevedere gli effetti di una riforma lanciata da un Ministro di là da venire.
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