domenica 12 ottobre 2008

UNA POESIA AL GIORNO - Erika Dagnino

Con prosa espressiva
di Erika Dagnino


Oscillazioni di fiori rossi dal bianco essiccato estivo; a gocciare l’umidità è sulla roccia estiva, nel buio nella galleria della vecchia linea vuota e tra due luci. Il mare sponda il rumore dell’andare, se pulsa al tatto la distanza di una ruota di steli, dove là con l’estate il cardo buio di dio.
Messo un coperchio sul riflesso, si muore si muove sul posto pur se frastagliandosi di grigio, di azzurro, di l’occhio increspato. Appesa slogata l’agave tra vento e roccia e cade trattenuta a picco dalla parete. Tra la roccia e la pietra corda ribaltata seppur un’aderente crepa.
Ho sudore dallo stomaco vuoto, giù per precipitare alla pelle alla parete. Suda o sangue? Una scheggia appena… Se mi arrampico, se dove l’acqua cola; se mi arrampico l’umido cola a picco l’ombra, se a picco l’ustionata ombra, dal calare del sole al calare del sole. I denti digrigna e digrigna la risacca e schiuma. Apri a guscio a togliere la scheggia dentro approfittando del buio dermico sotto e ancora, vedi e vedi e non c’è altro addetto alle tue dieci dita contando il digradare calcareamente a vista.

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